COM'È NATA LA LAMPADA BONNE NUIT

«Se qualcuno mi dice che una cosa è impossibile, mi sfida a trovare dove e come e quando sia possibile. […] Il mondo ha bisogno di un nuovo punto di vista verso ciò che sembra sempre immutabile» Michele De Lucchi, aprile 2009


La Bonne Nuit è una lampada minimalista. Bonne Nuit vuole mettere il coperchio alla luce. La luce è servita nel bicchiere, un bel calice di quelli importanti e poi coperta con una cupola dal vetro sabbiato che la diffonde. All'estremità della cupola c'è un piccolo camino di vetro trasparente con cui si solleva il coperchio e si scopre la luce.

IRREFRENABILI INTUIZIONI


“Prime intuizioni”, matita su carta, Michele De Lucchi 2008

La lampada Bonne Nuit nasce da una di quelle irrefrenabili intuizioni che permettono di vedere la luce da un punto di vista nuovo. L’idea di servire la luce come in un calice e di diffonderla con una cupola in vetro sabbiato è un concetto originale ben lontano dalle logiche della produzione industriale.
I primi disegni di Michele De Lucchi evocano proprio questo spirito di curiosità e di ricerca sulle lavorazioni artigianali, la spontaneità del pensiero e la dimensione del gioco.


Uno dei primi schizzi della lampada Bonne Nuit, matita su carta, Michele De Lucchi 2008


La Bonne Nuit è realizzata in vetro borosilicato, materiale che piace molto a Michele De Lucchi per il fatto di essere «un vetro industriale ma non industrializzabile». Il suo fascino deriva dal ridottissimo spessore che si riesce ad ottenere soffiando nelle fiale e plasmandone la forma negli stampi. La collaborazione con una vetreria artigiana veneta, attiva da quasi mezzo secolo e specializzata nella lavorazione di bicchieri e bottiglie, ha consentito di “dare alla luce” questa lampada da tavolo.


Sperimentazioni sul vetro. Oggetti in vetro borosilicato soffiato a bocca

LA NASCITA E LA VITA DELLA BONNE NUIT

Le immagini seguenti illustrano la nascita della lampada Bonne Nuit.

1. Michele De Lucchi riporta il pensiero sulla carta

«Il percorso più breve tra il cervello e l’opera passa dalla mano» Michele De Lucchi 2009

Gli schizzi di Michele De Lucchi nella fase di progetto si superano l'uno con l'altro. Si innesca poi un processo di apprendimento continuo, dall'ideazione alla produzione.


Disegni della lampada Bonne Nuit per Produzione Privata, china su carta e pastello su carta, Michele De Lucchi 2008 - 2009

 

2. Il mastro vetraio inizia a lavorare ai prototipi sulla base dei disegni forniti


Il vetro borosilicato arriva in soffieria sotto forma di tubi. Può essere lavorato soltanto artigianalmente sulla fiamma, poi soffiato a bocca e lavorato con pinze e tavolette di grafite.
«Il dominio di tale operazione artigianale molto specialistica conferisce agli oggetti realizzati in tal modo un valore aggiunto del tutto unico e insostituibile» François Burkhardt, Un ambiente protetto in cui Michele De Lucchi può esprimere il meglio di sé, AND 17, gennaio – aprile 2010

 

3. Il vetro viene scaldato e soffiato finché si ottiene la forma desiderata


Il processo di soffiatura viene ripetuto più volte finché il vetro prende la forma desiderata.
In seguito si passa al processo di tornitura.

 

4. La tornitura, il passaggio più delicato della lavorazione, permette di dare forma al vetro


La rotazione sul tornio del vetro fuso permette di modellarlo la sagoma della Bonne Nuit.
Il vetro in eccesso viene tagliato con uno strumento di ferro o piegato, come si vede nell'immagine.

 

5. Il vetro viene portato nell'area di finitura e lasciato raffreddare


Il vetro soffiato si raffredda naturalmente su mattoni in terracotta fino a irrigidirsi nella sua forma finale. In seguito gli steli vengono tagliati.
Un'estremità viene riscaldata di nuovo e con il tornio si dà forma alla base della lampada.

 

6. La finitura delle cupole di vetro si ottiene con il processo di sabbiatura


La ricerca sulla finitura della cupola in vetro permette di “servire” la luce in modo diverso. Il trattamento della superficie con sabbiatura opaca trasforma la lampada in un oggetto singolare.
Quando la cupola viene posata la luce da diretta diventa diffusa e viceversa. Basta solo un gesto.

«Questo è il bello del vetro: dettagli di trattamento della superficie e poche linee compositive bastano per trasformare una forma convenzionale in un oggetto speciale.» Michele De Lucchi, Aprile 2014

 

7. La fase finale del processo è il trattamento di tempra che serve a rendere più resistente il vetro

 

8. Michele De Lucchi con Nora De Cicco e Alberto Nason visionano i prototipi e studiano le migliorie da apportare


In questa fase, oltre all'ottimizzazione della Bonne Nuit da tavolo, sono state pensate e approvate le due versioni a sospensione, grande e piccola.
Sono stati prodotti numerosi prototipi, utili per sperimentare e migliorare costantemente il progetto. Tra tutti Michele De Lucchi sceglie quello che più si adatta all'intuizione iniziale.


 

9. Le parti in vetro vengono inviate a un artigiano specializzato per il cablaggio e l'assemblaggio finale


Il cablaggio elettrico e il montaggio sono operazioni eseguite a mano.  Le componenti elettriche e il vetro soffiato si possono assemblare solo manualmente.
Ciascuna lampada è unica e conferma la scelta di una produzione artigianale fino alle ultimissime fasi del processo produttivo.

 

10. Michele De Lucchi fotografa l'oggetto finito

Bonne Nuit, ph. Michele De Lucchi 2009


La fotografia è l'ultima fase del percorso progettuale. Anche qui non si perde lo spirito artigianale. Le foto sono scattate da Michele De Lucchi presso l'atelier personale “Il Chioso”.

 

11. Prima di essere spedita la lampada Bonne Nuit viene testata, per essere conforme alla normativa europea



CREDITI FOTOGRAFICI
Mercedes Jaén Ruiz (produzione)
Michele De Lucchi

 

Commenti e suggerimenti

Ti è piaciuto il post? Quale altra storia vorresti scoprire? Scrivici!