I VASI VENTO
LA NASCITA E LA POETICA DEI VASI "MAESTRALE, LIBECCIO E SCIROCCO"

“Maestrale Libeccio e Scirocco” primi schizzi. Michele De Lucchi, matita su carta, 2008
Maestrale, Libeccio e Scirocco sono i "Vasi vento” progettati da Michele De Lucchi nel 2008, nati dal desiderio di resuscitare le antiche tradizioni e le tecniche artigianali, in particolare la tecnica del “vetro ottico", realizzato soffiando con la bocca in un calco di legno, destinato a plasmare le onde di vetro. La riscoperta del "vetro ottico" attraverso l'interpretazione artistica di tre venti che soffiano in Italia, fa parte della fantasia creativa di Michele De Lucchi.
1| Vaso Maestrale
Vaso Maestrale. Vaso trasparente in vetro verde soffiato in still life. Foto: Luca Tamburini e Michele De Lucchi
Maestrale o Mistral, è un vento molto potente e freddo del Mediterraneo che soffia da nord-ovest ed è rappresentato dal vaso con le più grandi onde che, in modo simile alla "Tempesta" nelle quattro stagioni di Vivaldi, fornisce un'introduzione sorprendente a quello che sarà il contenuto del vaso.
2| Vaso Libeccio
Vaso Libeccio. Vetro verde trasparente soffiato in still life. Foto: Luca Tamburini e Michele De Lucchi
Il Libeccio è un lunatico vento che spira verso sud-ovest e prende il nome dal paese da cui proviene, la Libia, e frequentemente si solleva in alto mare provocando violente raffiche di vento occidentale. E' rappresentato da una tranquilla marea interrotta da tre onde crescenti che suggeriscono la potenzialità del contenuto del vaso.
3| Vaso Scirocco
Vaso Scirocco. Vetro trasparente verde soffiato in still life. Foto: Luca Tamburini e Michele De Lucchi
Infine, lo Scirocco è un vento gentile che spira da sud-est, viene dal Sahara e porta calore e talvolta sabbia alle nostre terre ed è rappresentato dalla prosecuzione tranquilla delle onde in un leggero e piacevole decrescendo che abbraccia e supporta il contenuto del vaso stesso.
Vasi Mestrale, Libeccio e Scirocco. Verde trasparente soffiato sui libri. Foto: Michele De Lucchi
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CreditI fotografici:
Luca Tamburlini / Polifemo fotografia
Michele De Lucchi