LABORATORIO DEL MARMO MARMO “... il fascino per il marmo mi è nato a Massa Carrara dove andavo regolarmente per la Olivetti Syntesis. Lì ho conosciuto gli artigiani che estraggono e lavorano i marmi probabilmente più straordinari del mondo. Massa Carrara nel campo dei marmi è un posto particolare perché oltre ad essere un luogo di estrazione è anche il più importante mercato al mondo e vi si trovano anche tanti marmi che sono in estinzione. Con Memphis, Ettore Sottsass ed io eravamo i primi ad affrontare questo materiale all’apparenza così estraneo agli altri progetti di Memphis. I primi progetti prevedevano sempre l’uso di uno stesso materiale ma poi abbiamo cominciato a fare composizioni di marmi di colore e superfici diverse: il mio vaso Sholapur per esempio è fatto di nove marmi diversi tra i quali tre tipi che oggi non si trovano più...” Finita la Memphis Michele De Lucchi cercava composizioni di marmo per una bellezza più classica, anche per valorizzare un materiale già così elegante per sé. Gli interessava comporre degli insiemi con marmi raffinati e lucidi opposti a pietre opache e umili. Nel deposito artigianale del Signor Bertuccelli si poteva scegliere tra marmi di infinite varietà e furono realizzati tre vasi con nero Marquinia, bianco Carrara venato e pietra dorata. La tecnica di lavorazione è quella antica della tornitura a mano che gli artigiani di Massa Carrara usavano da sempre. I vari pezzi di marmo sono fissati l’un l’altro per incastro, anche questo secondo le vecchie tradizioni e dopo incollati con del materiale adesivo. Le ricerche necessarie e la manutenzione dei continui rapporti con gli artigiani in questo laboratorio erano eseguiti con molto entusiasmo e la necessaria pazienza e attenzione da Mario Rossi Scola e Elisa Gargan. Di ognuno di questi tre vasi ne sono stati prodotti sei esemplari. Oggi sono esauriti tutti. “...mi piacerebbe tanto fare altri lavori ed esperimenti con questo materiale stupendo, però vedo che è un materiale che in questo momento trova un certo rifiuto nell’arredamento contemporaneo. Malgrado la sua durezza nel tempo il marmo ha un valore d’uso ridotto perché la lucidatura sparisce dopo poco tempo e tende a diventare opaco a contatto con l’acqua. I costi del marmo stesso e della sua lavorazione limitano molto il suo impegno sperimentale…”.